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Prima di entrare nella Cappella abbiamo
sostato in una stanza di climatizzazione, per non rovinare gli affreschi
con la variazione di temperatura portata dall’esterno e nel frattempo abbiamo visionato un documentario sulla
Cappella. Nell’anno 1300, un ricco signore padovano, Enrico
Scrovegni, acquistò la zona dell’arena romana per farvi costruire
il suo palazzo. Il Giudizio Universale, invece, occupa tutta la controfacciata, dove è raffigurato anche Reginaldo Scrovegni nella scena dei beati, in cui indossa un vestito viola, il colore dei pentiti. Cristo giudice è circondato dagli Angeli e dagli Apostoli, sotto a destra si trovano i Beati, mentre alla sua sinistra sono le pene dei dannati, raffigurate secondo le tradizioni medievali. Il crocefisso, che un tempo completava la decorazione della cappella, oggi si può ammirare in una sala del museo civico. Sull’altare statue di Giovanni Pisano. Per la decorazione della Cappella, Giotto ha
introdotto alcune innovazioni come la raffigurazione degli angeli la cui
veste sfuma alla fine dando un senso di movimento, e l’espressione dei
volti, a volte segnati da una lacrima.
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