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REGIA:
Vittorio
De Sica Personaggi e interpreti GIUSEPPE:
Rinaldo Smordoni
PASQUALE:
Franco Interlenghi LA STORIA Pasquale
e Giuseppe sono amici per la pelle e per racimolare soldi, lavorano come
sciuscià-vale a dire lustra scarpe. Pasquale è il più grande dei due,
è orfano e vive con Giuseppe e vive con i suoi genitori. Entrambi i
ragazzini condividono un sogno: comprare un cavallo bianco tutto loro, e
per realizzarlo consegnano una partita di coperte per la borsa
nera-mercatoi clandestino. Ma purtroppo il loro sogno durò poco perché
furono arrestati dalla polizia per aver venduto le coperte, e vanno al
riformatorio. Qui, in attesa di giudizio, vengono divisi in celle diverse
e conoscono altri ragazzi. Maltrattati e incompresi, alcune vicende,
cambiano persino la loro amicizia. Giuseppe scapperà dal carcere
prendendo il cavallo con i suoi compagni di cella, ma non con Pasquale,
che sapendo dove si fosse diretto, lo raggiunge con la polizia, e il fatto
sfocerà in tragedia. COMMENTO
Terzo
capolavoro del *Neorealismo, dopo “Paisà” e “Roma città aperta”
di Rossellini, “Sciuscià”, affronta il tema del disagio sociale in
una Roma sconvolta dalla guerra; utilizza attori presi dalla strada e
luoghi reali. La pellicola è stata premiata con un Oscar nel 1947.
L’infanzia ritratta nel film, appare con una dimensione di gioco e
divertimento, nella parte iniziale. Il cavallo bianco, per i due
protagonisti diventa il simbolo del loro desiderio di cose belle e delle
loro amicizia, in una condizione sociale disagiata. Il luogo emblematico
del film sicuramente è il **carcere minorile, infatti, il direttore, ha
atteggiamento intimamente fascista. Ma è anche il luogo dove Pasquale e
Giuseppe perdono la loro amicizia e dove c’è la fuga di Giuseppe, che
porterà tragicamente alla fine della sua vita e dei sogni. Il lavoro
minorile appare reato, solo quando intervengono gli adulti che non si
fanno scrupoli sull’avvenire dei piccoli. **Carcere minorile: è inserito nel complesso architettonico del S. Michele e con il
film si intende ricordare l’oblio della città attraverso una capacità
neorealista e drammatica; il film riesce a narrare storie di vita e
reclusione nella Roma del 2° dopoguerra.
Abbiamo ricavato questa scheda grazie ad
un progetto proposto dal Comune di Roma nell’ambito di Città come
Scuola; abbiamo visto il film e poi abbiamo visitato il carcere minorile,
recentemente restaurato.
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