AUSTRIA: una terra tra castelli ed emozioni                                              

21 marzo 2004, ore 5.00, tutto pronto per il viaggio in Austria che avevo sempre sperato di intraprendere e che ora vedevo finalmente realizzato: valige e il desiderio di arricchirmi durante la scoperta del paese nel quale vorrei trasferirmi, un giorno…
Dopo 900 km e solo tre soste vedo la scritta Kitzbuehel (si legge Kizbùl)
“Ah”, dico “siamo arrivati”. Eh già, dopo un viaggio simile non riuscivo neanche ad essere felice per l’arrivo.
Volevo mettermi alla prova e così tra timori e tentennamenti ho abbassato il finestrino e iniziato: “Entschuldigen sie, bitte. Ich suche…“ Fantastico! Stavo parlando in tedesco con un austriaco e lui mi capiva. Così sono entrata nella lingua, come se avessi sempre parlato in una situazione analoga. Poi la comprensione è stata un po’ complicata, ma alla fine siamo riusciti a trovare l’hotel Schloss Munichau.
Altro che albergo, un castello vero e proprio. I miei genitori mi avevano detto qualcosa ma non mi aspettavo di trovare una fortezza del 1400 con le porte cigolanti e i cunicoli sotterranei che conducono alla sala da pranzo. Inizialmente mi sentivo smarrita e quasi credevo di vivere nel Medioevo. Già, provate voi a dormire in una dependance di un castello medioevale (distante 4 Km. dal centro abitato) dove si accede alla palazzina dal portone di legno munito di contrappeso e si salgono le scale più scricchiolanti che abbia mai sentito. Inoltre infilatevi sotto il sacco a pelo (nel Tirolo niente coperte: sulle lenzuola va il “materasso” da campeggio che lascia le gambe scoperte) senza pensare al ritratto spaventoso del 3° piano! Ma questo è niente, perché la camera era inquietante: maniglie giganti e luci offuscate, mobili in legno pesante e… quel tocco tenebroso tipico del periodo in cui era stato costruito il maniero! Sparsi per l’hotel armature in ferro e teschi di cervi, alcune feritoie ed un album dell’800, con le foto dei componenti della famiglia proprietaria. A proposito, il castello bianco di Munichau fu fatto erigere nel 1451 dal Kaiser Friedrich III il quale lo vendette a tale Wilhelm von Munichaue che fece costruire il castello nella stessa forma in cui appare oggi.

In seguito, frau Melene, una sua discendente vissuta nel periodo del Protestantesimo, salvò numerosi luterani perseguitati dalla Chiesa di Roma. Così il castello passò da un proprietario all’altro finchè, nel 1831, subì un rovinoso incendio e un secondo nel 1914, quando fu acquistato dagli attuali proprietari, che lo adibirono ad hotel.

Il giorno dopo il nostro arrivo, andiamo con i miei genitori a visitare la cittadina sciistica (ma anche molto chic) di Kitz che, come altre località austriache, è un paesino molto pulito e sicuramente accogliente. Diversi supermercati, numerosi negozi ed i vari Baeckerei-Konditorei (forni e pasticcerie, tantissimi in Austria e situati anche nei centri più piccoli) fanno da cornice a casette variopinte, chiese e all’isola pedonale che comprende il centro storico (dove la mia cagnolina Camilla ha sgambettato tranquillamente senza guinzaglio).

I cimiteri, lo dico in breve per non parlare di un argomento così macabro, qui sono solitamente posti dietro la chiesa e presentano lapidi con rare foto e senza fiori profumati ma, al contrario, piantine sempreverdi.

Il casinò – molto noto – i negozi Benetton, il cinema e il famoso, perché sparso in qualunque parte dell’Austria, supermercato “Billa”, concludono la descrizione di Kitzbuehel.

La località è agevole per i turisti che vogliano effettuare visite in tutto il territorio del Land, nonché per Monaco di Baviera e Salisburgo. Nei dintorni si trovano infatti St. Johan, Innsbruck, Wetten (sede della nota fabbrica di cristalli “Swarovski”) con l’annesso museo e il mega punto vendita e Kufstein, dove si può visitare la fortezza che custodisce l’organo più grande d’Europa (a proposito, durante la visita al castello ci siamo avventurati in uno stretto cunicolo – Burgang – lungo alcune centinaia di metri, dove passava appena una persona, pieno di muffa e di mistero).

Innanzi tutto, dico di essere già stata in Austria altre volte, ma sempre in Carinzia, il Land più a sud. Per me è uno Stato davvero affascinante, tranquillo, caratteristico e ricco di città piene di storia e cultura. Le persone sono tra le più gentili e disponibili che conosca, tanto per sfatare il mito secondo cui gli Austriaci ed i Tedeschi sono freddi e chiusi. Inoltre lo stile di vita è diverso, il rispetto per gli altri è elevato, le persone sono molto unite tra loro, a differenza degli Italiani, con un forte sentimento nazionale. Poi, comunque, queste sono le mie sensazioni che, anche se condizionate dalla mia ammirazione, scaturiscono da una turista molto attenta.

Nel Tirolo, invece, ho notato che gli abitanti sono meno disponibili di quelli della Carinzia e degli altri Laender, soprattutto nei confronti di chi non parla la loro lingua. Questo comportamento è più evidente da parte degli anziani, mentre i giovani sono molto più aperti, anche mentalmente. Poi l’immagine del Tirolo ci è più vicina per via del Sued Tirol che fa parte dello Stato italiano, ecco perchè se andate a Bolzano conoscerete l’Austria e in particolare, è ovvio, il Tirolo. I centri del Land più montuoso del territorio austriaco sono per la maggior parte cittadine o paesini, mentre la vera città, nonché capoluogo, è Innsbruck.

Per me, che studio il tedesco e adoro tutto ciò che è teutonico, è una forte emozione ascoltare, mentre passeggio per i larghi viali, le persone che parlano quella lingua e vedere il loro stile di vita che mi affascina molto. L’Austria è bellissima e, ribadisco, anche pulitissima, basti pensare che un giorno, mentre uscivamo da una pasticceria dove avevamo “assaltato” degli enormi dolci che ricordano un po’ i nostri cornetti, la mia cagnolina, mentre era intenta a fare un “bisognino” nella piazza principale del paese, veniva duramente apostrofata da una signora del posto che le scagliava mille imprecazioni nel tipico modo teutonico delle “frau” austriache! La gente in Tirolo è semplice ma i ragazzi sono diversi da noi: si divertono con moderatezza, non rientra nel loro modo di essere l’idea di imbrattare i muri o danneggiare la cosa pubblica, si limitano ad andare al cinema, in discoteca, uscire insieme e gustarsi un gelato o uno squisito dolce austriaco. Si vestono però come gli adolescenti italiani e portano anche loro gli zaini dell’Eastpak, anche se indossano i modelli più grandi.

Anche io mi sono lasciata prendere ed ho acquistato una sacca dell’Eastpak durante una gita a Salisburgo… lo so che sarebbe stato più naturale, e sicuramente più culturale, andare a visitare la casa del famoso Wolfgang Amadeus Mozart ma, guarda caso, proprio in quei giorni era chiusa per restauri. Comunque non mi sono persa le bellezze di questa antica città, capoluogo dell’omonima regione, attraversata da un fiume, il Salzach, che a me è sembrato maestoso e mi ha ricordato molto il nostro Tevere, anche se certamente più pulito.

Un altro luogo che mi ha entusiasmato è stato il “Kristallwelten” (Mondi di Cristallo) di Watten, il museo allestito presso la famosa fabbrica di cristalli Swarowski, dove tra una miriade di cristalli scintillanti in mille forme e luci diverse (la medusa, il mappamondo, la fisarmonica, i guanti, ecc.) mi sono ritrovata in un immenso salone di esposizione e vendita dei preziosi oggetti presso il quale ho acquistato, tra l’altro, una matita con incastonato un cristallo.

In un pomeriggio carico di neve, ho visitato la famosa fortezza di Kufstein, a pochi chilometri da Kitzbuehel, alla quale si accede attraverso una cabinovia che dal paese porta direttamente all’interno del castello. Qui mi sono addentrata, tra stretti camminamenti, all’interno delle possenti mura, visitando prima le celle ove nell’800 venivano rinchiusi gli oppositori degli Asburgo (in una cella era sta addirittura riprodotta la scena di un famoso patriota che, moribondo, veniva assistito da un altro detenuto sotto lo sguardo vigile di un carceriere), per poi passare ai massicci bastioni a picco sul fiume che attraversa la città e per finire con una sala che ospita, oltre a svariati cimeli del periodo asburgico, un immenso organo azionato ad elettricità che, improvvisamente e facendomi fare un balzo, ha iniziato a suonare delle tipiche melodie austriache in un’atmosfera incantata.

Purtroppo i sette giorni di vacanza sono arrivati alla fine e, ahimè, mi sono lasciata alle spalle il passo del Brennero per rientrare nella nostra Italia con tanta nostalgia per un Paese che sicuramente mi è rimasto nel cuore e che, l’estate prossima, tornerò a visitare, durante il mio soggiorno in un college per studenti italiani situato a Feldkirchen, in Carinzia, per cominciare di nuovo a riscoprire un’altra parte dell’Austria.